
Il presidente dell’Inps Tito Boeri
Tra le nubi ogni tanto arriva qualche segnale che indica un possibile cambio in positivo delle previsioni economiche del Paese. Questa volta è l’Inps ad aprire uno spiraglio nelle nubi: “I primi dati che abbiamo” sulle assunzioni a tempo indeterminato con la decontribuzione, previste dalla legge di Stabilità, – ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri – “sono incoraggianti: nei primi 20 giorni, ossia dall’1 al 20 febbraio, 76mila imprese hanno fatto richiesta”., spiegando che l’istituto fornirà “sistematicamente” i dati e “a fine mese forniremo i numeri con la comparazione sulle imprese e le assunzioni fatte negli anni precedenti”. Il riferimento è alla possibilità di non versare i contributi (fino a un tetto di 8.060 euro) previdenziali per tre anni, per le assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel corso del 2015, introdotta con la legge di Stabilità per il 2015. Dalla decontribuzione sono esclusi premi e contributi Inail. Il presidente dell’Istituto ha anche aggiunto che le persone coinvolte dalle assunzioni potrebbero essere molte di più di quelle 76mila richieste arrivate.
L’annuncio è arrivato nel corso di una conferenza stampa per la firma della convenzione tra Inps, sindacati e Confindustria, sull’attività di raccolta, elaborazione e comunicazione dei dati sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali. Nel dettaglio la convenzione per la certificazione degli iscritti, ha validità triennale ed è stata sottoscritta dalla direttrice generale di Confindustria, Marcella Panucci, e dai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Farà riferimento ai termini dell’accordo Confindustria, Cgil, Cisl e Uil del 28 giugno 2011 e al Testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014.
La firma della convenzione viene a cadere nel momento in cui dopo la prese di posizione del leader della FIOM Landini, il Governo ha fatto sapere di voler finalmente mettere mano all’art.39 della Costituzione, ovvero a stabilire finalmente regole certe di democrazia interna per partiti e sindacati. Boeri definisce così la convenzione come “un passo molto importante per assicurare stabilità al sistema delle relazioni industriali e va a colmare un vuoto lasciato sull’articolo 39 della Costituzione” aggiungendo che l’istituto è pronto a raccogliere le informazioni sulla rappresentanza e “ad aprile partiremo con le prime rilevazioni. E i dati saranno pubblicati ai primi di maggio”.
Per Boeri comunque non è detto che si debba intervenire per legge perché “se le parti sociali sono in grado di farlo e di autoregolamentarsi non credo sia necessario un intervento legislativo”. Di certo le regole di democrazia interna possono creare qualche problema a sindacati e partiti, si pensi ad esempio a Forza Italia, che non ha mai fatto un vero congresso, e ai tanti mini-sindacati la cui rappresentanza reale è non sempre dimostrata. Ma anche nei tre sindacati più importanti, ci sono dubbi e resistenze. Meno nella CGIL, ma da Annamaria Furlan, leader della Cisl arriva ad esempio un no: “Renzi, come presidente del Consiglio, farebbe meglio a guardare dove c’è più urgenza di riformare: si occupi della crescita”.