Il territorio sull’Adriatico che apparteneva all’ex Jugoslavia vede la presenza di numerose Comunità italiane che operano attivamente per la promozione e la difesa della lingua e delle tradizioni storiche del nostro Paese. Una delle più attive, anche se non la più numerosa e conosciuta è quella presente in Montenegro che ha sede a Cattaro (Kotor). Sono circa 400 persone (poco più di un centinaio con passaporto italiano, le altre di cultura e tradizione) sparse soprattutto sulla costa montenegrino, a Budva, Castelnuovo (Herzeg novi), Teodo (Tivat), Antivari (Bar).
Lo storico Presidente è Paolo Perugini, che ha avuto il merito di far nascere e di registrare ufficialmente la Comunità sostituito negli ultimi anni da Sasa Dender. Sono molte le iniziative prese nel corso degli anni dalla Comunità italiana anche nel campo della cooperazione allo sviluppo, in collaborazione soprattutto con la Regione Veneto e la Regione Friuli-Venezia Giulia ma anche con l’Università popolare di Trieste. Con il Veneto, che ha una legge in proposito, sono state restaurate le vestigia della antica Repubblica marinara di Venezia, come il leone di San Marco presente accanto alla porta di entrata della centro di Cattaro e le vecchie mura. Inoltre sono organizzati annualmente dei corsi di lingua italiana (in Montenegro l’italiano è lingua insegnata nelle scuole e all’Università).
L’associazione Veneti nel mondo tiene poi a Burano degli stage per la diffusione della pratica del merletto. Ma è proprio sull’insegnamento dell’arte del merletto, cercando di ripristinare una tradizione molto diffusa in passato, che la Regione Friuli-Venezia Giulia, in collaborazione con la Scuola Merletti di Gorizia ha promosso la costituzione di una associazione di donne montenegrino che ora hanno dato vita a una produzione commerciale presente sul mercato economico. Inoltre la Comunità ha collaborato con la Direzione salute mentale di Trieste per portare al manicomio di Cattaro l’esperienza della legge 180 italiana sulla salute mentale che ha abolito i manicomi, privilegiando il servizio territoriale. Tra le iniziative di collaborazione non si possono dimenticare quelle che hanno contribuito allo sviluppo di un impianto di mitilicoltura al Centro di biologia marina e un impianto di ostricoltura realizzati dai maricoltori triestini. Sono stati fatti anche dei corsi per guide turistiche e la Comunità italiana si è fatta protagonista di un accordo tra il Porto di Cattaro e alcune società triestine per i servizi per i grandi yacth, molto presenti sulle coste montenegrine, che raggiungono l’Alto Adriatico. In questo contesto parte attiva si è fatta l’Ambasciata italiana a Podgorica che negli anni scorsi ha organizzato una rassegna del Cinema italiano, in collaborazione con la Regione Friuli-Venezia Giulia e la società triestina Maremetraggio, che ha visto il Teatro nazionale di Podgorica pieno all’inverosimile di persone, soprattutto giovani per assistere ai film proiettati. I nostri connazionali in Montenegro possono ben dire di aver fatto un lavoro prezioso e qualificante.
Alessandro Perelli