La Cina porta a casa un altro grande primato: la prima denuncia per crimine da parte di Washington contro un paese estero. L’accusa di Washington è di spionaggio cibernetico verso Pechino. Il Dipartimento di Giustizia americano ha infatti accusato i membri dell’Esercito cinese di di aver rubato i segreti commerciali di alcune società americane, tra cui Westinghouse Electric, la società Solar World, US Steel, Allegheny Technologies e Alcoa e di essere responsabili degli attacchi cibernetici che nei mesi precedenti avevano colpito i media e il governo Usa. Il tutto è venuto allo scoperto dopo un’indagine condotta nel febbraio dello scorso anno dalla società informatica statunitense Mandiant.
Nel rapporto stilato si legge come il periodo in cui è stato commesso il crimine inizi già nel 2006 e tra le accuse quella di cospirazione per commettere frode informatica e abuso ai danni di entità statunitensi.
Le gravi accuse giungono proprio mentre il presidente russo Putin è in arrivo a Pechino per una visita al suo omologo cinese Xi Jinping e lascia intravvedere un peggioramento dei rapporti Usa-Cina, in un nuovo scenario da clima ostile e bipolare. Anche perché a far da spalla al procuratore generale del Dipartimento Giustizia Usa, Eric H. Holder Jr, nella conferenza stampa di oggi c’era anche John Carlin, vice procuratore generale per la sicurezza nazionale e Robert Anderson, direttore esecutivo dell’FBI.
Un caso non da poco se gli stessi uomini dell’intelligence americana hanno provveduto subito a postare l’identikit e il profilo di Sun Kailiang, uno degli accusati.
Per il momento Pechino non si è pronunciata e non ha rilasciato alcun commento sulla vicenda, ma l’indice puntato degli Usa è ben fermo, durante la conferenza stampa Holder ha affermato: “La serie di segreti commerciali e altre informazioni aziendali riservate rubate in questo caso è significativa e richiede una risposta decisa. Il successo nel mercato globale deve basarsi esclusivamente sulla capacità delle imprese di innovare e competere, non sulla capacità di un governo di spiare e rubare segreti aziendali”.
Holder ha detto che l’amministrazione Obama “non tollererà le azioni da parte di qualsiasi nazione che cerca di sabotare le aziende americane e minare l’integrità di una concorrenza leale nel funzionamento del libero mercato”.
Più diretto ancora è stato John Carlin, procuratore generale per la Sicurezza Nazionale: “Gli autori del cyber spionaggio per un vantaggio economico non sono immuni dalla legge solo perché si trovano sotto l’ombra della bandiera del loro Paese”.
Maria Teresa Olivieri