Per la prima volta, dopo decreti passati a suon di “fiducia”, il Governo viene battuto sulla scuola, in commissione affari costituzionali al Senato sul parere di costituzionalità alla riforma. Con 10 voti contrari e 10 a favore il parere non è passato per il voto determinante di Mario Mauro senatore di Gal che nei giorni scorsi aveva annunciato l’uscita dalla maggioranza, Mauro nel votare contro ha spiegato: “Da un punto di vista costituzionale la riforma della buona scuola è scritta male pertanto fermiamoci e riscriviamola meglio”.
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è consapevole di quanto sia ardua la strada per la riforma della scuola, tanto che ieri in direzione ha detto: “Se vogliamo approvarla lo facciamo domattina, anche a costo di spaccare il Pd”, ma subito dopo cerca di indorare la pillola sostenendo che “se vogliamo prendere altri 15-20 giorni ce li prendiamo ma allora facciamo un’assemblea sulla scuola in ogni circolo Pd”. Renzi punta ancora sulla discussione con studenti e insegnanti: “non siamo riusciti a coinvolgere il mondo della scuola e io mi assumo la responsabilità anche se so quanto molti di voi si sono impegnati al confronto”.
Il problema della riforma della Scuola rischia, non solo di dare scosse di lunga durata a questo Governo, ma di spaccare definitivamente il Partito di Renzi. La riforma impensierisce i dem, tanto che anche stamane il gruppo del Pd al Senato si è incontrato con il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per trovare una soluzione che permettesse al provvedimento di passare senza incidenti nel percorso parlamentare al Senato.
Maria Teresa Olivieri