
LA COMMOZIONE DI VENDOLA – Il leader di Sel, che aveva annunciato il ritiro dalla vita pubblica in caso di condanna, ha spiegato che: «Quello che avevo deciso era sincero. Non avrei potuto esercitare le mie pubbliche funzioni con quel sentimento dell’onore che è prescritto dalla Costituzione. Mi sarei ritirato dalla vita pubblica». «Per me non era e non è in gioco una contestazione specifica rispetto a cui penso di poter documentare assoluta trasparenza dei miei comportamenti» ha concluso.
LE ACCUSE DELLA PROCURA E L’INCHIESTA – La pubblica accusa di Bari aveva chiesto venti mesi di reclusione per il leader di Sel e per Lea Cosentino. Il reato che veniva loro contestato era quello concorso in abuso d’ufficio: secondo la Procura, tra il settembre 2008 e l’aprile 2009, Vendola avrebbe fatto pressioni sull’ex direttore generale di Bari Cosentino perchè venisse riaperto il concorso per un posto da primario all’ospedale San Paolo di Bari, al fine di consentire al professore Paolo Sardelli di parteciparvi.
Silvia Sequi